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Camminare nella natura: I 6 motivi per cui fa bene

 

Negli ultimi decenni la tendenza delle popolazioni occidentali è stata quella di concentrarsi intorno ai centri urbani, con città che si estendevano sempre di più trasformandosi in periferie spesso degradate.

 

Questo scenario si è sviluppato in tutto il mondo sviluppato, non solo occidente, ma anche l’oriente fatto di città come Tokyo, Honk Kong e Bangkok. Probabilmente in Europa e in Italia questo fenomeno è stato meno estremo, forse per le caratteristiche culturali e geografiche del nostro continente.

Ovviamente vivere in conglomerati urbani, storicamente, era un’esigenza che l’uomo legata ai benefici di una vita di comunità, di spostamenti più limitati e di tante altre necessità che oggi lo sviluppo tecnologico a reso disponibili in ogni luogo. Il nostro corpo e la nostra mente però sanno molto bene che il nostro habitat non è quello di una Giungla di palazzi e cemento, come quelle che si trovano nelle periferie ma, al contrario, è quella fatta di alberi, verde e prati.

Non serve rimarcare ancora una volta il disagio sociale, prima ancora che economico, che colpisce le periferie. Perché l’ambiente in cui un uomo vive ne influenza la salute fisica e quella mentale, ne forgia il carattere e la capacità di relazionarsi col prossimo. Studi di sociologia e psicologia applicati alla progettazione urbana hanno spiegato come le periferie siano “nate sbagliate” provocando danno ingenti.

Questi studi sono l’altra faccia della medaglia di un altro lungo filone di studi e ricerche che hanno affermato come la natura sia portatrice di importanti effetti positivi sia al corpo che alla mente della persona. Un elemento ancora più interessante è come sia sufficiente una esposizione limitata alla natura per beneficiare immediatamente di effetti positivi sul nostro intero organismo, migliorando le nostre condizioni generali di salute.

 

Vediamo ora i vari benefici della vita nella natura, ovviamente non si tratta di un elenco completo, ma solo di alcuni spunti interessanti per capire meglio come possa aiutare stare nella natura e perché forse tutti dovremmo viverla più spesso. 

 

Calmare l’ansia

Il  Journal of Epidemiology and Community Health ha pubblicato uno studio riguardo gli effetti positivi per l’ansia derivanti dal contatto con la natura. Per fare questo i ricercatori hanno analizzato una serie di cartelle cliniche di diversi pazienti residenti in diverse aree dell’Olanda. In pratica il lavoro principale è stato quello di confrontare lo stato di salute di chi vive in prossimità di un’area verde rispetto invece a chi vive in aree urbane.

Per farlo si sono separati i pazienti che vivevano in una città da quelli che vivevano a meno di 1 km da un’area verde, non un semplice giardinetto, ma veri e propri parchi o ambienti naturali. I risultati, derivati dall’analisi di oltre 340mila olandesi, sono stati sorprendenti confermando livelli di ansia e depressione drasticamente più bassi dei residenti nel verde rispetto ai “colleghi” cittadini.

 

Migliorare l’assunzione di vitamina D

La Vitamina D è importante sotto molteplici punti di vista, infatti contribuisce a ridurre le infiammazioni e aiuta a rafforzare il sistema immunitario. Infatti, circa il 90 per cento della vitamina D viene sintetizzata nella pelle, in conseguenza all’esposizione solare ecco perché è molto importante passare del tempo nella natura e all’aria aperta per poter fare il pieno di vitamina.

 

La qualità del sonno

Le luci artificiali, il rumore di fondo, le strade trafficate sono tutti elementi che incidono negativamente sul nostro ciclo sonno / veglia, il nostro organismo è abituato a regolarsi “ascoltando” i cicli della natura che, in città, si perdodo. Ecco perché allontanarsi per qualche giorno dall’urbanizzazione, vivere un ambiente naturale incontaminato aiuta a regolare le funzioni ormonali e a regolare l’orologio interiore responsabile della regolazione dei ritmi di veglia e sonno.

 

Fortificare il sistema immunitario 

Questa è una consapevolezza radicata nella cultura orientale e, in particolare, quella Giapponese. In questo paese sopravvive una pratica nata parecchi secoli fa nota col nome Shinrin-yoku, che si può tradurre come ‘bagno nella foresta’, una pratica che consiste nell’immersione totale nella natura selvaggia, un vero e proprio bagno. In pratica questa è una vera e propria terapia che, per avere effetti positivi, richiede un contatto con questi ambienti attivo e privo di distrazioni.

Il segreto di questa antica pratica giapponese sta proprio nella forza dei suoni della natura, dei suoi profumi e del contatto fisico con gli elementi naturali, che porta i nostri sensi ad affinarsi, diventando più attivi e ricettivi, abbassando i livelli di cortisolo nel sangue (l’ormone dello stress), diminuendo il battito cardiaco e le pressione sanguigna, con effetti positivi per l’intero organismo. 

 

La natura migliora la creatività

Una ricerca del 2012 condotta da Ruth Ann Atchley ha provato come la natura riesca ad influenzare la creatività di chi si trovi a viverla, con incrementi cognitivi addirittura del 50%. Una delle principali cause di questa creatività amplificata risiederebbe nella maggiore concentrazione che si riesce a trovare in un bosco, in montagna o in qualsiasi ambiente incontaminato, oggi smartphone, TV, radio, negozi e vetrine rappresentano fonti di distrazioni continue negli ambienti urbani, che sono li per attirare costantemete la nostra attenzione.

“L’esposizione all’ambiente naturale sembra avere un impatto sulla corteccia cerebrale pre-frontale la cui attività è associata alla creatività e al multitasking. Distaccarsi dagli oggetti tecnologici di ogni giorno come i telefoni e i social media permette al cervello di riposare e reinstaurare i processi di pensiero creativi” queste le parole di un ricercatore che ha condotto un altro interessante studio sugli effetti della natura per la creatività.

 

La natura migliora la memoria

Questo aspetto è interessante per tutti, in particolare per chi ha bisogno di avere sempre la memoria attiva e ricettiva. Una ricerca portata a termine dalla Università del Michigan ha dimostrato gli effetti positivi di qualche giorno trascorso nella natura. Gli effetti si producono direttamente nella corteccia celebrale e nelle aree deputate alla memoria, con un notevole incremento delle funzioni cognitive.